Formazione "il FIGLIO dell'UOMO" ARGOMENTO dalla STAMPA QUOTIDIANA

FORMAZIONE

il FIGLIO dell'UOMO

ONLUS - ASSOCIAZIONE CATTOLICA

E-mail: studiotecnicodalessandro@virgilio.it

Siti Internet: http://www.cristo-re.eu ; http://www.maria-tv.eu ;

http://www.vangeli.net ; http://www.mondoitalia.net ;

http://www.web-italia.eu ; http://www.engineering-online.eu;

dal 28 Marzo al 4 Aprile 2010

9a SETTIMANA MONDIALE della Diffusione in Rete Internet nel MONDO de

" i Quattro VANGELI " della CHIESA CATTOLICA , Matteo, Marco, Luca, Giovanni, testi a lettura affiancata scarica i file cliccando sopra Italiano-Latino Italiano-Inglese Italiano-Spagnolo

L'ARGOMENTO DI OGGI

Aderite all"

ORDINE LAICO dei " CAVALIERI del FIGLIO dell'UOMO" per VIVERE il VANGELO, Diventate CAVALIERI del FIGLIO dell'UOMO vivendo la Vostra VITA in FAMIGLIA e sul LAVORO secondo VIA, VERITA' VITA

dai GIORNALI di OGGI

Napolitano: "Crisi non è finita, ci saranno serie conseguenze sul lavoro"

"Bloccare il ritorno a pratiche che hanno comportato e causato la crisi finanziaria"

Secondo il dg del Fondo Monetario Internazionale l'economica riemerge

Vertice Ue per preparare il G20 sulla riforma del sistema finanziario mondiale

Fmi: "Fuori da crisi, ripresa lenta"

In Usa disoccupazione record

Fmi: "Fuori da crisi, ripresa lenta" In Usa disoccupazione record

"hanno raccolto molti fondi pubblici ma non danno sufficiente liquidità alle imprese"

"Mai più banche che comandano governi"

Tremonti al G20 di Londra rilancia la stretta sui bonus. L'avidità dei banchieri tra le cause della crisi

2009-09-05

Ingegneria Impianti Industriali

Elettrici Antinvendio

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

 

L'ARGOMENTO DI OGGI

 

Dal Sito Internet di

AVVENIRE

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.avvenire.it

2009-09-05

per l'articolo completo vai al sito internet indicato relativo al giornale da cui l'articolo è tratto:

2009-09-05

5 Settembre 2009

ECONOMIA

Napolitano: "Crisi non è finita,

serie conseguenze sul lavoro"

"La crisi non è finita ed è destinata a provocare serie conseguenze sul mercato del lavoro nei prossimi mesi". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, collegato in videoconferenza al

workshop Ambrosetti. "È necessario - ha proseguito il presidente della Repubblica, parlando anche degli impegni assunti al G8 dell'Aquila - bloccare il rischio di un ritorno a pratiche che hanno comportato e causato la crisi finanziaria".

IMMIGRAZIONE. Il capo dello Stato ha poi parlato di immigrazione, affermando che occorre superare i "limiti che tuttora incontra l'impegno comune europeo sull'immigrazione e anche, su un piano necessariamente distinto, la garanzia dell'inalienabile diritto di asilo di chi sia costretto a ricorrervi. Si tratta - ha aggiunto - di esprimere più volontà politica, più disponibilità alla ricerca paziente di validi punti di incontro". Napolitano ha parlato soprattutto del rilancio dell'Ue con la "necessità di superare la soglia di chiusura nazionale e le spinte centrifughe".

 

CORRIERE della SERA

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.corriere.it

2009-09-05

La videoconferenza del capo dello Stato al convegno di Cernobbio

Napolitano: "Crisi non è finita, ci saranno serie conseguenze sul lavoro"

"Bloccare il ritorno a pratiche che hanno comportato e causato la crisi finanziaria"

CERNOBBIO (Como) - "La crisi non è finita ed è destinata a provocare serie conseguenze sul mercato del lavoro nei prossimi mesi". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una videoconferenza al workshop Ambrosetti di Cernobbio. "È necessario bloccare il rischio di un ritorno a pratiche che hanno comportato e causato la crisi finanziaria", ha aggiunto facendo riferimento anche agli impegni assunti durante il recente G8 dell'Aquila.

EUROPA E IMMIGRAZIONE - Il capo dello Stato ha poi parlato di immigrazione, affermando che occorre superare i "limiti che tuttora incontra l'impegno comune europeo sull'immigrazione e anche, su un piano necessariamente distinto, la garanzia dell'inalienabile diritto di asilo di chi sia costretto a ricorrervi. Si tratta - ha aggiunto - di esprimere più volontà politica, più disponibilità alla ricerca paziente di validi punti di incontro". Napolitano ha parlato soprattutto del rilancio dell'Ue con la "necessità di superare la soglia di chiusura nazionale e le spinte centrifughe". Napolitano ha chiesto poi che "l'Europa parli con una voce sola È incontestabile l'esigenza di più decisi passi avanti sull'integrazione e sull'azione comune dell'Unione europea". Su Europa e Fondo monetario internazionale: "I Paesi europei che già oggi fanno parte dell'Fmi dovrebbero unificare le quote di cui già dispongono in seno a quella istituzione".

05 settembre 2009

 

 

 

 

"hanno raccolto molti fondi pubblici ma non danno sufficiente liquidità alle imprese"

"Mai più banche che comandano governi"

Tremonti al G20 di Londra rilancia la stretta sui bonus. L'avidità dei banchieri tra le cause della crisi

*

NOTIZIE CORRELATE

*

Crisi, Passera: "Il gradino più basso è stato toccato ma ci vorrà tempo per risalire"

Tremonti a Londra (Epa)

Tremonti a Londra (Epa)

LONDRA - Il dibattito sui bonus dei banchieri "serve a dare un messaggio più generale: non è possibile che le banche comandino sui governi e sulla politica": lo ha detto il ministro dell'Economia Giulio Tremonti al Tg1, a margine del G20 finanziario di Londra. "Non ha senso - ha insistito Tremonti - che le banche siano più grandi dei governi stessi, tanto che poi quando hanno problemi questi diventano anche problemi dei governi. Le banche devono essere al servizio della gente, non la gente al servizio delle banche". Una bozza del documento del G20 ha indicato un accordo sui limiti ai compensi dei manager che prevederebbe il recupero dei premi in caso di cattivo andamento della banca e l'obbligo di trasparenza sulle retribuzioni ai banchieri. L'obiettivo è di proseguire - in sede G20 - con passi graduali, nel tentativo di regolamentare le retribuzioni dei manager.

NO AI CONDIZIONAMENTI - Tremonti attribuisce molta importanza alla relazioni tra politica e banche. Dopo avere premesso di non riferirsi ad alcuna banca in particolare, il ministro ha indicato che gli istituti di credito "non possono essere troppo grandi da non poter fallire" (in linea con quanto asserito recentemente dalla cancelliera tedesca Angela Merkel) e che non possono trovarsi nella condizione proprio a causa della loro dimensione "di condizionare i governi". Il problema "è che devono essere al servizio dei cittadini perché hanno una funzione pubblica". Nella lettera firmata con altri sei ministri delle finanze europei Tremonti ha individuato nell'"avidità" dei banchieri uno dei fattori della crisi finanziaria. Gli stessi bond a sostegno del patrimonio bancario devono essere considerati "uno strumento al servizio delle imprese".

"ORA TOCCA ALLE BANCHE" - "Abbiamo da parte fondi assolutamente sufficienti, abbiamo stanziato ingenti risorse per gli ammortizzatori sociali", ha risposto Tremonti a chi lo interpellava sull'allarme disoccupazione lanciato da diversi istituti internazionali. "Il lavoro è oggetto fondamentale della nostra azione - ha proseguito il ministro - siamo assolutamente concentrati sul lavoro. Il governo su questo punto ha fatto la sua parte, ora tocca alle banche che devono fare di più sul fronte dei finanziamenti alle imprese". "Le banche hanno raccolto molti fondi pubblici, soprattutto all’estero, ma non danno sufficiente liquidità alle imprese. Hanno in mente i loro bilanci, e non il bilancio d’insieme. E’ un problema anche italiano", aveva anticipato Tremonti al Tg1. Il ministro ha aggiunto: "Noi abbiamo un’economia fatta di piccole e medie imprese e un eccesso di concentrazione in banche che hanno una dimensione industriale e vedono troppo poco il territorio, le famiglie, gli imprenditori e le persone. Questo è un altro punto che va risolto. Questa dimensione - ha aggiunto - non sempre si adatta alle dimensioni della nostra economia e alle piccole e medie imprese".

I TREMONTI-BOND - Al termine della riunione ministeriale del G20 a Londra, il ministro è intervenuto a proposito dei Tremonti-bond, dicendo che sono stati chiesti dalle banche e non imposti dal governo. Inoltre, ha sottolineato, devono essere considerati "uno strumento al servizio delle imprese" e non delle banche. "Quei bond sono stati chiesti dalle banche e dall’Ue e attuati dal governo", ha spiegato Tremonti, osservando: "Quando una banca dice che non servono, si scorda delle imprese". Il ministro ha inoltre osservato che i costi dei bond non sono elevati, in quanto "non sono strumenti di debito ma di patrimonio, ed in ogni caso non servono alle banche ma alle imprese".

PASSERA: "HA RAGIONE" - Tremonti "ha perfettamente ragione" quando dice che le banche non possono comandare i governi, commenta l'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Corrado Passera a margine dei lavori del Workshop Ambrosetti. Passera difende però le banche italiane dall'accusa di guardare troppo poco al territorio: il sistema bancario italiano è, a suo giudizio, tra quelli che "più sono stati vicini all'economia e alla società". E a proposito dei bonus: "Ci sono stati tali eccessi che la necessità di intervenire da parte della politica, e anche il risentimento sociale, che in alcune parti del mondo è cresciuto, sono più che giustificati".

05 settembre 2009

 

 

 

L'ad di Intesa Sanpaolo al Forum Ambrosetti a Cernobbio

Crisi, Passera: "Il peggio è passato,

ma per recuperare ci vorrà tempo"

"Molti indicatori hanno spesso di calare, buon segno". "Difendere e migliorare i sistemi di welfare"

Corrado Passera (Afp)

Corrado Passera (Afp)

MILANO - "Il gradino più basso è stato toccato" ma "per recuperare ci vorrà sicuramente parecchio tempo". Questo il giudizio dell'ad di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, sull'attuale congiuntura economica. A margine del Workshop Ambrosetti a Cernobbio, Passera ha sottolineato che "nessuno sa esattamente" quali siano le prospettive per l'economia. "Certamente - ha notato - molti indicatori hanno smesso di calare e questo è un buon segno". Passera ha notato inoltre che "l'Italia ha affrontato l'emergenza bene e ci sta passando attraverso con tutta una serie di iniziative che vanno nella direzione giusta". "Dobbiamo fare tutto, tutti insieme - ha proseguito - per mettere in moto" ciò che può "facilitare e appoggiare questo timido inizio di crescita".

RILANCIO DELL'UE - Importante sarà anche il ruolo dell'Unione Europea, ha sottolineato Passera commentando l'intervento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. "Gran parte delle cose che possono essere fatte per riavviare la crescita economica sostenibile sono da fare, da coordinare a livello europeo", ha chiarito, aggiungendo che "quindi servono istituzioni europee più forti e anche più efficaci". Facendo il punto sulla sessione di lavoro del Workshop Ambrosetti cui ha partecipato in mattinata, Passera ha ricordato poi che "quando un continente ha 22 milioni di disoccupati deve considerare, come sta considerando, la crescita come il suo problema e la sua priorità numero uno".

MENO SUPPORTO DAGLI USA - "Sappiamo - ha aggiunto - che il recupero sarà inevitabilmente complicato perché oggi abbiamo bassissimi livelli di utilizzazione della capacità produttiva, quindi gli investimenti tarderanno", mentre "certamente dagli Stati Uniti verrà meno supporto perchè ci sarà meno leva finanziaria e più risparmio". "Ci sono poi questi enormi debiti pubblici che si sono accumulati da smaltire", ha detto ancora, e quindi "per tutte queste ragioni dobbiamo pensare a delle cose un po' eccezionali, che aiutino il mercato che da solo, molto probabilmente, tarderebbe a rimettere in moto la crescita sia a livello europeo che di ogni singolo Paese".

MIGLIORARE IL WELFARE - Il manager ha spiegato che parlando di Europa "le priorità sono l'innovazione, l'energia, le infrastrutture" e che i partecipanti al forum si sono trovati d'accordo sul fatto che "il modello europeo sia di competitività che di coesione sociale va salvaguardato", perché "se c'è una qualità del nostro modello rispetto a quelli di quasi tutte le altri parti del mondo, è questo dare importanza sia alla competitività che alla coesione, al sistema di protezione sociale". Sull'ipotesi che le attuali tensioni economiche possano sfociare in tensioni sociali, infine, Passera ha spiegato che "dipenderà dalla capacità che avremo nei vari Paesi di fronteggiare il disagio". E questo "vuol dire difesa dei sistemi di welfare, che tuttavia dovranno essere ovviamente in tanti casi innovati e resi più efficienti". "Probabilmente c'è tutta una tematica di fiscalità sui redditi più bassi che dovrà essere affrontata", ha concluso.

 

05 settembre 2009

 

 

 

 

 

Industriali, la passione contro la crisi: "Adesso investiremo di più"

Sondaggio a sorpresa a Cernobbio: un’impresa su tre punterà sul rilancio

Con il cuore, almeno con quello, gli imprenditori sono già oltre la crisi. E’ abitudine del seminario Ambrosetti, che va in onda con regolarità svizzera ogni primo weekend di settembre a Cernobbio, organizzare un sondaggio interattivo tra i partecipanti sul principale argomento in discussione. Ieri si parlava ovviamente di uscita dall'emergenza.

Le risposte degli industriali hanno sorpreso molti, dal professor Mario Monti al presidente di Autostrade, Gian Maria Gros-Pietro ("Io dei numeri della mia azienda sono certo, spero che i miei colleghi non abbiano esagerato"). La maggioranza relativa dei presenti a Villa d'Este, circa il 30%, pensa che la ripresa verrà nel secondo semestre del 2010 ma c'è un 10% che vede rosa e si è spinto a prevedere la fine del tunnel già entro il 2009. E fin qui lo scostamento tra il sentiment degli ospiti di Ambrosetti e l'opinione degli analisti è tutto sommato ridotto.

Interrogati però sulle previsioni di fatturato per il 2009 delle loro aziende, all'incirca un quarto degli imprenditori ha risposto che non ci saranno variazioni sul 2008 e addirittura un 28% ha "confessato" che la sua azienda chiuderà il bilancio con ricavi superiori a quelli fatti segnare l'anno prima. In più di qualche caso con incrementi superiori al 10%! Ma non è finita. Il questionario preparato dagli Ambrosetti boys e illustrato dalla giornalista americana Maria Bartiromo prevedeva una terza domanda, incisiva e rivelatrice. Rispetto a tre mesi fa avete deciso di incrementare il piano di investimenti previsto dalla vostra azienda o avete frenato? Circa il 33% degli interpellati ha risposto sì: altro che freno, abbiamo scelto di accelerare le spese per investimento. Un altro terzo ha comunque confermato i piani che aveva adottato e solo il restante 33% ha invece tarato al ribasso quanto stabilito un trimestre fa. Gli economisti di mezzo mondo prevedono una jobless recovery, una ripresa senza aumento di posti di lavoro? Beh, gli imprenditori di Cernobbio non la pensano così e stanno parlando delle proprie aziende. Il 40% dichiara che non ci saranno novità negative e l'occupazione resterà stabile ma un manipolo di coraggiosi, il 15% di chi ha risposto al quesito, ha detto che prevede di incrementare i posti di lavoro.

Prima di rispondere alle domande della Bartiromo gli industriali avevano ascoltato alcuni tra i più gettonati esponenti del circo bianco della crisi: l'americano Nouriel Roubini, il francese Jean Paul Fitoussi e l'inglese Martin Wolf. E i tre avevano riversato sulla platea secchiate di (sano) pessimismo. Tutto si può dire tranne che i nostri intrepidi imprenditori fossero plagiati. Anzi. Era stato spiegato loro che "la ripresa sarà a U, debole e lenta ", che "il mondo ha palesato un'enorme capacità produttiva in eccesso", che "non si trova chi possa sostituire il consumatore americano come motore della ripresa" e Fitoussi aveva ridimensionato gli entusiasmi per il Pil dei cugini francesi tornato a salire ("ha un piccolo significato "). Il solo Gary Becker, premio Nobel itinerante, li aveva tirati su inneggiando agli incrementi di produttività realizzati dentro e nonostante la crisi.

Come si spiega, dunque, l'ottimismo degli industriali italiani? "Vuol dire che hanno completato la ristrutturazione e pensano al futuro" azzarda Chicco Testa. Ma il vice-presidente della Confindustria, Alberto Bombassei, scuote la testa e ammette di "esser rimasto stupito dai risultati del sondaggio". Un caveat da tenere a mente riguarda il campione di Cernobbio: non rappresenta tutte le imprese italiane, qui vengono le grandi e le medie. Non certo le piccole e piccolissime. Poi come suggerisce il capo di Ibm Italia, Nicola Ciniero, "c'è la voglia di guardare al bicchiere mezzo pieno, il voto forse non è l'esatta fotografia della realtà ma esprime la voglia di reagire". E questa se vogliamo è la notizia. Testimonia Maria Paola Merloni: "Personalmente non sono sorpresa più di tanto. Diciamo che oggi a Cernobbio si è palesato lo spirito migliore della nostra industria. Il segnale è che non si va avanti solo con i tagli, si deve e si vuole tornare a investire ". Sintetizza per tutti Luigi Abete: "Gli industriali hanno capito che dopo la crisi non c'è l'Apocalisse, guardano al medio termine e con il cuore hanno già superato l'ostacolo".

Dario Di Vico

05 settembre 2009

 

 

 

 

 

 

Industriali, la passione contro la crisi: "Adesso investiremo di più"

Sondaggio a sorpresa a Cernobbio: un’impresa su tre punterà sul rilancio

Con il cuore, almeno con quello, gli imprenditori sono già oltre la crisi. E’ abitudine del seminario Ambrosetti, che va in onda con regolarità svizzera ogni primo weekend di settembre a Cernobbio, organizzare un sondaggio interattivo tra i partecipanti sul principale argomento in discussione. Ieri si parlava ovviamente di uscita dall'emergenza.

Le risposte degli industriali hanno sorpreso molti, dal professor Mario Monti al presidente di Autostrade, Gian Maria Gros-Pietro ("Io dei numeri della mia azienda sono certo, spero che i miei colleghi non abbiano esagerato"). La maggioranza relativa dei presenti a Villa d'Este, circa il 30%, pensa che la ripresa verrà nel secondo semestre del 2010 ma c'è un 10% che vede rosa e si è spinto a prevedere la fine del tunnel già entro il 2009. E fin qui lo scostamento tra il sentiment degli ospiti di Ambrosetti e l'opinione degli analisti è tutto sommato ridotto.

Interrogati però sulle previsioni di fatturato per il 2009 delle loro aziende, all'incirca un quarto degli imprenditori ha risposto che non ci saranno variazioni sul 2008 e addirittura un 28% ha "confessato" che la sua azienda chiuderà il bilancio con ricavi superiori a quelli fatti segnare l'anno prima. In più di qualche caso con incrementi superiori al 10%! Ma non è finita. Il questionario preparato dagli Ambrosetti boys e illustrato dalla giornalista americana Maria Bartiromo prevedeva una terza domanda, incisiva e rivelatrice. Rispetto a tre mesi fa avete deciso di incrementare il piano di investimenti previsto dalla vostra azienda o avete frenato? Circa il 33% degli interpellati ha risposto sì: altro che freno, abbiamo scelto di accelerare le spese per investimento. Un altro terzo ha comunque confermato i piani che aveva adottato e solo il restante 33% ha invece tarato al ribasso quanto stabilito un trimestre fa. Gli economisti di mezzo mondo prevedono una jobless recovery, una ripresa senza aumento di posti di lavoro? Beh, gli imprenditori di Cernobbio non la pensano così e stanno parlando delle proprie aziende. Il 40% dichiara che non ci saranno novità negative e l'occupazione resterà stabile ma un manipolo di coraggiosi, il 15% di chi ha risposto al quesito, ha detto che prevede di incrementare i posti di lavoro.

Prima di rispondere alle domande della Bartiromo gli industriali avevano ascoltato alcuni tra i più gettonati esponenti del circo bianco della crisi: l'americano Nouriel Roubini, il francese Jean Paul Fitoussi e l'inglese Martin Wolf. E i tre avevano riversato sulla platea secchiate di (sano) pessimismo. Tutto si può dire tranne che i nostri intrepidi imprenditori fossero plagiati. Anzi. Era stato spiegato loro che "la ripresa sarà a U, debole e lenta ", che "il mondo ha palesato un'enorme capacità produttiva in eccesso", che "non si trova chi possa sostituire il consumatore americano come motore della ripresa" e Fitoussi aveva ridimensionato gli entusiasmi per il Pil dei cugini francesi tornato a salire ("ha un piccolo significato "). Il solo Gary Becker, premio Nobel itinerante, li aveva tirati su inneggiando agli incrementi di produttività realizzati dentro e nonostante la crisi.

Come si spiega, dunque, l'ottimismo degli industriali italiani? "Vuol dire che hanno completato la ristrutturazione e pensano al futuro" azzarda Chicco Testa. Ma il vice-presidente della Confindustria, Alberto Bombassei, scuote la testa e ammette di "esser rimasto stupito dai risultati del sondaggio". Un caveat da tenere a mente riguarda il campione di Cernobbio: non rappresenta tutte le imprese italiane, qui vengono le grandi e le medie. Non certo le piccole e piccolissime. Poi come suggerisce il capo di Ibm Italia, Nicola Ciniero, "c'è la voglia di guardare al bicchiere mezzo pieno, il voto forse non è l'esatta fotografia della realtà ma esprime la voglia di reagire". E questa se vogliamo è la notizia. Testimonia Maria Paola Merloni: "Personalmente non sono sorpresa più di tanto. Diciamo che oggi a Cernobbio si è palesato lo spirito migliore della nostra industria. Il segnale è che non si va avanti solo con i tagli, si deve e si vuole tornare a investire ". Sintetizza per tutti Luigi Abete: "Gli industriali hanno capito che dopo la crisi non c'è l'Apocalisse, guardano al medio termine e con il cuore hanno già superato l'ostacolo".

Dario Di Vico

05 settembre 2009

REPUBBLICA

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.repubblica.it/

2009-09-05

Videomessaggio del presidente a Cernobbio: "Evitare il ritorno alle cause della crisi"

Sugli immigrati: "Impegno Ue limitato. Superare spinte centrifughe e garantire l'asilo"

Napolitano: "La crisi non è finita

Conseguenze sul lavoro"

"Bene Barroso su commissioni e Parlamento. Attuare Trattato di Lisbona"

Monito ai governi nazionali: "Esame di coscienza sulle campagne elettorali europee"

Napolitano: "La crisi non è finita Conseguenze sul lavoro"

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

*

Multimedia

* IL VIDEOMESSAGGIO di Napolitano

 

CERNOBBIO - "La crisi non è finita ed è destinata a provocare serie conseguenze sul mercato del lavoro nei prossimi mesi". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, collegato in videoconferenza al workshop Ambrosetti a Cernobbio. "E' necessario - ha proseguito il presidente della Repubblica, parlando anche degli impegni assunti al G8 dell'Aquila - bloccare il rischio di un ritorno a pratiche che hanno comportato e causato la crisi finanziaria".

Immigrati: "Inalienabile diritto di asilo". Poi critica la Ue sugli immigrati: "L'impegno è ancora limitato. E' necessario superare la soglia di chiusura nazionale e le spinte centrifughe". Napolitano ha invocato un piano che garantisca "l'inalienabile diritto di asilo di chi sia costretto a ricorrervi. Si tratta - ha aggiunto - di esprimere più volontà politica, più disponibilità alla ricerca paziente di validi punti di incontro".

"Ratificare Trattato di Lisbona". Spaziando poi sulla politica estera, il presidente Napolitano ha rinnovato l'invito ai Paesi europei a sciogliere il nodo del Trattato di Lisbona (il trattato redatto per sostituire la Costituzione europea bocciata dal no nei referendum francese e olandese del 2005, ndr): "La vicenda si trascina da anni. Il futuro dell'Europa e dell'Unione Europea - ha aggiunto - non può restare appeso al filo della defezione anche di uno solo dei 27 paesi i cui governi hanno solennemente firmato il Trattato". Napolitano ha detto di confidare nel voto del Parlamento tedesco e nella saggezza degli irlandesi e dei loro leader più europeisti che dovranno votare a un nuovo referendum.

"Esame di coscienza sulle campagne elettorali europee". Il monito di Napolitano è rivolto ai governi nazionali e al modo con cui conducono le campagne elettorali per il Parlamento europeo: "Serve un esame di coscienza. E' chiaro che diminuirà la fiducia nel Parlamento europeo se si continuerà fare campagne elettorali in cui si dovrebbe parlare di Europa e invece si parla di vicende politiche strettamente nazionali. Se si diffonde tra i cittadini sfiducia in un'istituzione chiave dell'impresa europea - ha aggiunto Napolitano - ci si assume una grave responsabilità".

"Bene Barroso su commissioni e Parlamento". Nel Parlamento di Strasburgo, ha proseguito il presidente, "bisogna fare presto scelte giuste per le prossime designazioni dei vertici istituzionali dell'Unione ("Un presidente stabile per almeno due anni e mezzo"), e rilanciare la Commissione Europea e il Parlamento. "Il presidente Barroso ha parlato della Commissione e del Parlamento come istituzioni europee di eccellenza. Parole - ha concluso il capo dello Stato - che ho ascoltato con piacere".

(5 settembre 2009)

 

 

 

 

Nuovo attacco del ministro dell'Economia agli istituti di credito

"Devono essere al servizio dei cittadini. Troppa avidità alla base della crisi"

Tremonti attacca le banche

"Non hanno fatto la loro parte"

Tremonti attacca le banche "Non hanno fatto la loro parte"

Giulio Tremonti

LONDRA - "Il governo ha fatto la sua parte, le banche no". Giulio Tremonti, a conclusione del G20 finanziario di Londra, torna ad attaccare gli istituti di credito e il loro ruolo davanti alla crisi economica. E lo fa riaffermando concetti già espressi con durezza in passato. "Le banche devono essere al servizio dei cittadini e non il contrario - attacca il ministro - oggi le banche sono solo al servizio degli azionisti, dovranno essere al servizio dei cittadini perchè rivestono una funzione pubblica, non un'industria qualunque, che fa scarpe o vasche da bagno". Non a caso nella lettera firmata con altri sei ministri delle finanze europei Tremonti individua nell'"avidità" dei banchieri uno dei fattori della crisi finanziaria. Per il ministro gli istituti di credito "non possono essere troppo grandi da non poter fallire e non possono trovarsi nella condizione proprio a causa della loro dimensione di condizionare i governi". Gli stessi concetti usati dal cancelliere tedesco Angela Merkel.

Tremonti-bond. "Non li abbiamo imposti ma li hanno chiesti le banche". Tremonti replica così a chi gli ricorda come molti istituti di credito valutino ora di non servirsene anche a causa dei costi troppo elevati. "Non sono strumenti di debito ma di patrimonio" e, in ogni caso, "non servono alle banche ma alle imprese".

Ammortizzatori sociali. "Abbiamo da parte fondi assolutamente sufficienti, abbiamo stanziato ingenti risorse per gli ammortizzatori sociali". Tremonti non si mostra preoccupato dopo l'allarme disoccupazione lanciato da diversi istituti internazionali. "Il lavoro è oggetto fondamentale della nostra azione - spiega il ministro - siamo assolutamente concentrati sul lavoro. Il governo su questo punto ha fatto la sua parte, ora tocca alle banche che devono fare di più sul fronte dei finanziamenti alle imprese".

(5 settembre 2009)

 

 

 

 

 

 

Secondo il dg del Fondo Monetario Internazionale l'economica riemerge

Vertice Ue per preparare il G20 sulla riforma del sistema finanziario mondiale

Fmi: "Fuori da crisi, ripresa lenta"

In Usa disoccupazione record

Fmi: "Fuori da crisi, ripresa lenta" In Usa disoccupazione record

Il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale Dominique Strauss-Khan

WASHINGTON - "L'economia globale sembra emergere dalla peggiore crisi economica dei nostri tempi. La ripresa, comunque, sarà relativamente lenta". Lo afferma il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale Dominique Strauss-Khan intervenendo a Berlino per l'annuale 'Lecture' della Bundesbank.

Nel giorno in cui a Londra si apre un summit tra i ministri finanziari del G20, Strauss-Khan ammette che i rischi che gravano sulla ripresa economica stanno diminuendo. Ma sarà una ripresa "fragile". Fra i rischi menzionati da Strauss-Khan figurano la disoccupazione che continuerà ad aumentare fino al prossimo anno ("Persisterà anche se si stabilizzeranno i mercati finanziari e il Pil"); il ritiro "prematuro" dei piani di stimolo e le persistenti tensioni nel settore finanziario.

Parole tanto simili a quelle pronuciate ieri dall'Ocse e dalla Bce. L'Organizzazione per lo Sviluppo Economico e la Banca centrale europea, come l'Fmi, vedono la recessione agli sgoccioli ma dicono no all'idea di smantellare le misure anti-crisi. Consigliano cautela, perché "la ripresa sarà lenta". Suggeriscono ai gioverni di continuare nei piani di stimolo alle economie, visto che "la crescita della disoccupazione e la debolezza del mercato immobiliare continuano a comprimere i consumi".

Anche Strauss-kahn si mostra "preoccupato" della terza fase della crisi, quella dell'alta disoccupazione: "Banche centrali e governi dovrebbero essere molto cauti nel decidere quando avviare le loro strategie di uscita" perchè un'uscita "prematura" potrebbe mettere a rischio la ripresa. "E' necessario - ha detto il dg dell'Fmi - continuare a sostenere la domanda fino a che la ripresa non avrà basi molto solide e la disoccupazione mostrerà chiari segni di discesa".

Segnali di come la disoccupazione pesi nell'attuale fase della crisi arrivano dagli Stati Uniti, dove il tasso è salito al 9,7% nel mese di agosto dal 9,4% di luglio. Una crescita maggiore di quanto stimato dagli analisti, che prevedevano il tasso salisse solo al 9,5%. Un vero e proprio record in negativo: è il valore più elevato dal 1983. Ad agosto sono stati persi 216mila posti di lavoro, contro i 276mila di luglio (dato rivisto dalla precedente lettura di 247mila), un numero minore di quello previsto dagli analisti, che stimavano 225mila nuovi disoccupati.

Il 17 settembre si terrà a Bruxelles una riunione dei capi di stato e di governo della Unione europea per preparare il vertice del G20 di Pittsburgh a fine mese in cui i leader confronteranno i risultati delle strategie per proteggere la ripresa economica, e faranno il punto sulla riforma del sistema finanziario mondiale.

(4 settembre 2009)

L'UNITA'

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.unita.it

2009-09-05

Napolitano: "La crisi non è finita. Lavoro a rischio"

"La crisi non è finita ed è destinata a provocare serie conseguenze sul mercato del lavoro nei prossimi mesi". A dirlo è il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, collegato in videoconferenza al workshop Ambrosetti. "È necessario - ha proseguito il presidente della Repubblica, parlando anche degli impegni assunti al G8 dell'Aquila - bloccare il rischio di un ritorno a pratiche che hanno comportato e causato la crisi finanziaria".

Nel suo discorso Napolitano si è poi concentrato sul ruolo dell'Unione europea nel contesto internazionale e, in particolare, durante la crisi economica.

All'Europa Napolitano ha rivolto un invito a un impegno comune sull'immigrazione. Il capo dello Stato ha parlato della "necessità di superare la soglia di chiusura nazionale e le spinte centrifughe". Si è soffermato sui "limiti che tuttora incontra l'impegno comune europeo sull'immigrazione e anche, su un piano necessariamente distinto, la garanzia dell'inalienabile diritto di asilo di chi sia costretto a ricorrervi". "Si tratta - ha aggiunto - di esprimere più volontà politica, più disponibilità alla ricerca paziente di validi punti di incontro", ha detto Napolitano, che ha anche indicato all'Ue, tanto più davanti alla crisi economica, la "strada pur misurata della armonizzazione fiscale".

05 settembre 2009

 

 

 

 

L'altolà del Colle a Berlusconi

di Marcella Ciaranelli

È arrivato in ritardo, come di consueto, il Cavaliere al Colle. Alle 16,38, in preda al consueto torcicollo più che mai fastidioso e ad un altrettanto doloroso mal di testa, Berlusconi è arrivato al Quirinale di pessimo umore, anzi furioso, con il sottosegretario Gianni Letta e il ministro Sandro Bondi in attesa da dieci e più minuti, per essere ricevuti, tutta insieme in delegazione dal Capo dello Stato. All’origine dell’incontro con Napolitano il programma delle celebrazioni del centocinquantesimo dell’unità d’Italia. Ma il presidente del Consiglio, nell’ora di colloquio, non ha saputo rinunciare all’idea di convincere il presidente della Repubblica che lui è, in realtà, la "vittima" di un’aggressione a mezzo stampa dalla quale lui si deve pure difendere scegliendo anche la via giudiziaria. Prima qualche battuta qui e là, poi il tentativo di sostenere che lui dell’iniziativa di Feltri non ne sapeva niente, che tutte le cose che escono sui giornali, anche i suoi, in gran parte le ignora. Evidente l’intenzione di crearsi una sponda nel Quirinale.

Il Capo dello Stato ha ascoltato com’è doveroso con un ospite che decide di andare fuori argomento. Ma poi sembra non sia andato oltre l’invito ad una moderazione e ad un equilibrio più che mai necessari in un momento così delicato nella vita del Paese che ancora si trova a combattere una difficile battaglia contro una crisi che morde. Niente di più. Il Quirinale non fornisce nessuna conferma.

A Palazzo Grazioli, senza potersi spendere in alcun modo, a suo favore eventuali parole del Capo dello Stato, Berlusconi è tornato ancora più nervoso di come ne era uscito. A scatenare l’ira del Cavaliere aveva contribuito la lettura dei giornali di ieri che hanno riportato la possibile vendita del Milan, il cambio dei servizi segreti con relativa richiesta di chiarimenti da parte di Letta, alcuni virgolettati, la campagna acquisti dell’Udc di cui si era discusso in Consiglio dei ministri.

05 settembre 2009

 

 

 

 

E adesso Tremonti fa il cattivo con le banche

Il dibattito sui bonus dei banchieri "serve a dare un messaggio più generale: non è possibile che le banche comandino sui governi e sulla politica": lo ha detto il ministro dell'Economia Giulio Tremonti al Tg1, a margine del G20 finanziario di Londra. "Non ha senso - ha insistito Tremonti - che le banche siano più grandi dei governi stessi, tanto che poi quando hanno problemi questi diventano anche problemi dei governi. Le banche devono essere al servizio della gente, non la gente al servizio delle banche".

Parlando poi della situazione in Italia, Tremonti ha spiegato che "le banche hanno raccolto molti fondi pubblici ma non danno sufficiente liquidità alle imprese, hanno in mente il loro bilancio, non il bilancio di insieme. Questo è un problema anche italiano". "Noi - ha proseguito il ministro - abbiamo un'economia fatta di piccole e medie imprese e un eccesso di concentrazione di banche che hanno una dimensione industriale e che vedono troppo poco il territorio, le famiglie, gli imprenditori, le persone. Questo è un altro punto che va risolto. Questa dimensione non sempre si adatta alla dimensione della nostra economia e ai bisogni delle piccole e medie imprese".

05 settembre 2009

 

 

 

 

 

 

La crisi sta finendo, ma la ripresa è lenta. Molti rischi per aziende e occupazione

La ripresa economica mondiale è una realtà, confortata da diversi indici, ma è lenta e non ci sarà un rimbalzo immediato. Dopo l'analisi dell'Ocse e del presidente della Federal Reserve, anche il Fondo monetario internazionale (Fmi) mette in guardia dai facili entusiasmi. "L'economia globale sembra emergere dalla peggiore crisi economica dei nostri tempi. La ripresa, comunque, sarà relativamente lenta", ha affermato il direttore generale dell'Fmi, Dominique Strauss-Kahn.

I rischi che gravano sulla ripresa economica, che sarà "fragile", stanno diminuendo. Ma i contraccolpi si faranno sentire ancora a lungo sull'occupazione, che continuerà ad aumentare fino al prossimo anno. Strauss-Kahn ha quindi esortato i governi ad attuare le riforme normative necessarie, evitando di tirare il freno sulla scia del miglioramento dei mercati finanziari. "Gli sforzi riformatori non stanno procedendo con la velocità necessaria per affrontare i problemi sorti dalla crisi" ha detto.

04 settembre 2009

 

 

 

 

 

 

La crisi sta finendo, ma la ripresa è lenta. Molti rischi per aziende e occupazione

La ripresa economica mondiale è una realtà, confortata da diversi indici, ma è lenta e non ci sarà un rimbalzo immediato. Dopo l'analisi dell'Ocse e del presidente della Federal Reserve, anche il Fondo monetario internazionale (Fmi) mette in guardia dai facili entusiasmi. "L'economia globale sembra emergere dalla peggiore crisi economica dei nostri tempi. La ripresa, comunque, sarà relativamente lenta", ha affermato il direttore generale dell'Fmi, Dominique Strauss-Kahn.

I rischi che gravano sulla ripresa economica, che sarà "fragile", stanno diminuendo. Ma i contraccolpi si faranno sentire ancora a lungo sull'occupazione, che continuerà ad aumentare fino al prossimo anno. Strauss-Kahn ha quindi esortato i governi ad attuare le riforme normative necessarie, evitando di tirare il freno sulla scia del miglioramento dei mercati finanziari. "Gli sforzi riformatori non stanno procedendo con la velocità necessaria per affrontare i problemi sorti dalla crisi" ha detto.

04 settembre 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.ilsole24ore.com

2009-09-05

Napolitano, la crisi non è finita

Preoccupa il mercato del lavoro

dall'inviato Piero Fornara

5 settembre 2009

RADIO24 / Il Presidente della Repubblica

"Dai nostri archivi"

Napolitano: "Italia inscindibile come il suo patrimonio"

Primo maggio, Napolitano: "Più attenzione ai diritti dei lavoratori"

Napolitano, segnali di aggravamento della crisi

Napolitano "Sulla scuola no a contrapposizione, sì all'ascolto reciproco"

Europa, Napolitano: "Interrogarsi sull'integrazione differenziata"

 

CERNOBBIO - "La crisi non è finita ed è destinata a provocare serie conseguenze sul mercato del lavoro nei prossimi mesi": così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano intervenuto in videoconferenza al workshop Ambrosetti, nella seconda giornata dei lavori dedicata soprattutto al tema dell'Europa. "È comunque importante che la Ue abbia saputo fare la sua parte nel nuovo contesto di collaborazione mondiale che è venuto emergendo nell'ultimo anno.

Nel G-20 ministeriale di Londra e nel vertice G-20 del 24 e 25 settembre a Pittsburgh è opportuno che l'Unione europea operi per un nuovo quadro di regole per il settore finanziario. Un tema su cui si è specificatamente impegnata l'Italia in occasione del G8 a L'Aquila nella comune convinzione che si debba in questo momento bloccare il rischio di un ritorno a pratiche e comportamenti che hanno provocato una così grave crisi finanziaria come quella ancora non superata".

Napolitano ha auspicato che "la voce dell'Europa risulti univoca anche sulle questione di riforma del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale". Per Napolitano però una "nuova governance globale capace di guidare la ripresa economica mondiale su basi sostenibili, lungo linee diverse da quelle del passato non può scaturire da un succedersi, scadenze sempre più ravvicinate, di vertici di capi di Stato e di governo in diverse formazioni, ma può poggiare solo su istituzioni internazionali più rappresentative e più efficaci".

"Ho sentito con piacere che il presidente Barroso ha parlato della Commissione europea e del Parlamento come le istituzioni per eccellenza - ha proseguito Napolitano - citare le istituzioni europee non è, come qualcuno dice, "un lusso". Contano i fatti, le politiche e le decisioni, ma le insufficienze delle nostre istituzioni limitano gravemente la capacità dell'Europa di agire unita e far sentire tutto il suo peso sulla scena mondiale". Ecco perché "il tema delle istituzioni non può essere eluso, a cominciare dal rafforzamento del ruolo della Commissione europea nella persona di un presidente stabile per due anni e mezzo".

Per il capo dello Stato è "indispensabile sciogliere via via nodi" come quello di una direzione unitaria in politica estera. In questo senso, uno dei primi passi deve essere la conclusione "della vicenda che si trascina da otto anni il Trattato di Lisbona e procedendo alla sua attuazione".

Napolitano ha detto di confidare nel voto del Parlamento tedesco "in ottemperanza alla complessa se non inquietante sentenza della Corte di Karlsruhe" e nella saggezza degli irlandesi e dei loro leader più europeisti che dovranno votare a un nuovo referendum. "Nello stesso tempo - ha però avvertito Napolitano - bisogna esser pronti a cercare nuove soluzioni se sarà necessario e bisogna saper fare presto scelte giuste per le prossime designazioni dei vertici delle istituzioni europee". Riferendosi poi al Parlamento di Strasburgo, verso il quale ha espresso "apprezzamento e fiducia", ha aggiunto che "è chiamato a riguadagnare il consenso di troppi elettori che si sono allontanati".

Da Napolitano è arrivato anche un invito a un impegno comune europeo sull'immigrazione "superando la soglia di chiusura nazionale e le spinte centrifughe". Secondo il presidente servirebbe "un piano necessariamente distinto di garanzia dell'inalienabile diritto all'asilo per chi sia costretto a ricorrervi". Il capo dello Stato ha parlato della "necessità di superare la soglia di chiusura nazionale e le spinte centrifughe". Si tratta – ha aggiunto – "di esprimere più volontà politica, più disponibilità alla ricerca paziente di validi punti di incontro".

5 settembre 2009

 

G20: sui bonus ai banchieri solo accordo generale ma non su tetti

La questione, secondo la bozza del docuemnto finale, dovrà essere approfondita dal Financial Stability Forum

Principi globali per limitare i bonus dei banchieri: questo l'accordo di compromesso raggiunto al G20 finanziario di Londra, dove invece non è stata possibile un'intesa sui "tetti" alle gratifiche dei dirigenti bancari.

Secondo una bozza del documento finale, spetterà al Financial Stability Board, presieduto da Mario Draghi, approfondire la questione del "tetto" ai bonus dei banchieri, ipotesi difesa da francesi e tedeschi.

L'accordo prevede anche una clausola di "recupero" dei bonus in caso di risultati negativi della banca o dell'istituzione finanziaria.

Il G20 conferma anche che i governi proseguiranno le politiche attuali espansionistiche fiscali e monetarie fino al momento in cui la ripresa economica non sarà solida sul piano globale.

5 settembre 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Draghi esorta le banche

Ora rafforzate il capitale

5 settembre 2009

"Le condizioni generali dell'economia stanno migliorando e quindi anche i profitti delle banche stanno migliorando". Lo ha dichiarato il governatore della Banca d'Italia e presidente del Financial Stability Board, Mario Draghi, a margine della riunione ministeriale del G20, spiegando tuttavia che "le banche devono avere ben chiaro che molto, se non tutto, dipende dall'intervento dei governi e soprattutto delle banche centrali. Le cose sono migliorate, ma molto dipende dal fatto che le banche centrali hanno iniettato liquidità a basso costo". "Proprio per questi miglioramenti, le banche devono sapere che è un buon momento per rafforzare il capitale e devono averlo presente quando fanno operazioni di buy back o di dividendi o di remunerazioni, devono avere in mente che la priorità è usare questa opportunità per ricostruire il loro capitale, ha spiegato Draghi.

Al G20 le proposte sui bonus del Fsb

Il governatore della Banca d'Italia ha anche spiegato che il Financial Stability Board è stato incaricato di presentare al G20 che si terrà il 24 e 25 settembre prossimo a Pittsburgh delle proposte per regolare le retribuzioni e i bonus dei banchieri, tentando di conciliare la posizione

statunitense e quella, più rigida, europea. "All'Fsb è stato chiesto di preparare per Pittsburgh e poi per novembre delle proposte per una più piena attuazione di solide pratiche per le retribuzioni, mettendo a punto un modello per le politiche di retribuzioni", ha spiegato Draghi, aggiungendo che dovrà esserci un legame tra la compensazioni e i risultati ottenuti, che le retribuzioni dovranno essere "proporzionate e distribuite nel tempo", con una "clausola di restituzione" dei bonus qualora i risultati fossero negativi. Inoltre i bonus potranno essere sotto forme diverse dal denaro, come ad esempio le stock options, e le politiche retributive dovranno essere completamente trasparenti. Per il presidente dell'Fsb, inoltre, "nel caso delle banche aiutate dai governi, il livello della compensazioni dovrà essere ridotto". Le proposte dello Fsb dovranno cercare di conciliare le differenze emerse a Londra tra chi, come la Francia, voleva un tetto ai superbonus e chi, come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, non ritiene che si tratti di una priorità. L'obiettivo è di creare delle regole che possano essere introdotte nelle legislazioni nazionali, tenendo presente che la situazione cambia a seconda della presenza o meno di banche

d'affari.

5 settembre 2009

 

 

 

 

 

 

Tremonti: il Governo ha fatto la sua parte, le banche no

commenti - |Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci

5 settembre 2009

Abi, Tremonti bond utili ma non più necessari

G20: sui bonus ai banchieri solo accordo generale ma non su tetti

"Non è possibile che le banche comandino sui governi e sulla politica". Lo ha detto il ministro Giulio Tremonti a Londra per il G20. "Non ha senso che siano più grandi dei governi, hanno in mente il loro bilancio, non il bilancio di insieme". Questo "è un problema anche italiano: abbiamo un'economia fatta di piccole e medie imprese e abbiano un eccesso di concentrazione di banche a dimensione industriale che guardano troppo poco al territorio, alle famiglie agli imprenditori, alle persone".

Per Tremonti, infatti, le banche "non sono un'industria qualsiasi, ma hanno una funzione pubblica". Secondo il ministro dell'Economia esiste "un problema di credito" alle imprese e, se in materia il "governo ha fatto la sua parte, le banche non ancora".

In merito ai bonus dei banchieri, poi, Tremonti ha spiegato che è stata raggiunto "un testo che va più o meno bene a tutti e che combina le diverse anime", anche se le decisioni verranno prese a Pittsburgh.

"Il bonus - ha aggiunto - è un modo per porre un problema che non è limitato a quanto guadagna un banchiere, ma al rapporto tra i governi e le banche. Tra le cause della crisi c'è stata l'avidità dei banchieri. Il problema politico è che il rapporto non può essere di dipendenza della politica dalle banche".

5 settembre 2009

 

 

 

 

 

 

G20: sui bonus ai banchieri solo accordo generale ma non su tetti

commenti - |Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci

5 settembre 2009

I ministri G20: crisi verso fine Fmi: presto per exit strategy

"Dai nostri archivi"

Draghi: "Fsf chiede svolta sui bonus a managere trader"

Bonus, mea culpa delle banche

Non passa il tetto della Lega agli stipendi dei manager

Il giro di vite di Draghi su stock-option e bonus

E ora un bonus alla prudenza dei banchieri

La questione, secondo la bozza del docuemnto finale, dovrà essere approfondita dal Financial Stability Forum

Principi globali per limitare i bonus dei banchieri: questo l'accordo di compromesso raggiunto al G20 finanziario di Londra, dove invece non è stata possibile un'intesa sui "tetti" alle gratifiche dei dirigenti bancari.

Secondo una bozza del documento finale, spetterà al Financial Stability Board, presieduto da Mario Draghi, approfondire la questione del "tetto" ai bonus dei banchieri, ipotesi difesa da francesi e tedeschi.

L'accordo prevede anche una clausola di "recupero" dei bonus in caso di risultati negativi della banca o dell'istituzione finanziaria.

Il G20 conferma anche che i governi proseguiranno le politiche attuali espansionistiche fiscali e monetarie fino al momento in cui la ripresa economica non sarà solida sul piano globale.

5 settembre 2009

 

 

 

 

 

Roubini: "La ripresa è anemica. Ecco come evitare il rischio di ricaduta"

dall'inviato Piero Fornara

commenti - |Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci

4 settembre 2009

Nouriel Roubini

VIDEO

Fitoussi: "Sbagliato pensare ora a una exit strategy"

VIDEO

Savona: "Ora servono nuovi investimenti"

VIDEO

Illy: "Ma le imprese restano fortemente indebitate"

VIDEO

Roubini: "Crisi archiviata tra due - tre anni"

Fmi, la ripresa sarà lenta. Preoccupa la disoccupazione

Peres: "Può riprendere il processo di pace in Medio Oriente"

Scenari post-crisi al forum Ambrosetti

CERNOBBIO - La crisi economica globale può dirsi superata, ma dobbiamo attenderci una "debole ripresa", che per due o tre anni nelle economie avanzate sarà verosimilmente inferiore ai tassi percentuali del 2% o più che abbiamo visto in passato dopo un periodo di recessione ed "esiste il non trascurabile rischio di una ricaduta": così ha risposto Nouriel Roubini incontrando i giornalisti in una pausa del workshop Ambrosetti in corso alla Villa d'Este di Cernobbio. Fra le ragioni che fanno propendere Roubini per una ripresa debole c'è "l'alto tasso di disoccupazione che negli Stati Uniti e in alcuni grandi paesi occidentali ha raggiunto, se non superato, la soglia del 10%". Senza opportune misure di protezione sociale e di welfare state, Roubini teme anche l'aggravarsi delle tensioni sociali.

Secondo il professore della New York University, conosciuto come uno dei massimi esperti di macroeconomia internazionale, la nuova amministrazione Obama negli Stati Uniti e i governi degli altri principali paesi hanno reagito bene alla prima fase della crisi, "evitando il pericolo di una persistente stagnazione, come è avvenuto ad esempio in Giappone nel "decennio perduto" degli anni Novanta", non facendo mancare all'economia mondiale gli stimoli fiscali e monetari di cui aveva bisogno.

"Non credo che noi abbiamo imparato la lezione dalla crisi completamente": Roubini, uno dei pochi che avevano previsto la crisi, a Cernobbio ha spiegato che "troppi continuano a sperare che sia finita, che le condizioni del mercato finanziario siano buone e che le banche vadano bene". Non è una visione completamente negativa, la sua. Adesso però comincia una nuova fase, delicata e difficile. Per Roubini la gestione della "exit strategy" sarà fondamentale per riuscire a uscire gradualmente dalla crisi. "I rischi possibili – ha spiegato – sono due: nel primo caso si agisce troppo in fretta rimuovendo gli stimoli fiscali e monetari in atto e si rischia una nuova fase recessiva; il secondo scenario invece é che si agisca troppo tardi, con il rischio di un'inflazione fuori controllo associata a crescita anemica". In sostanza una sorta di "stag-inflazione" (recessione e inflazione allo stesso tempo) come ci fu in Italia e nelle maggiori economie avanzate dopo la guerra del Kippur in Medio Oriente e successiva crisi petrolifera. Roubini ha riconosciuto che "è alquanto difficile non compiere errori di politica monetaria e fiscale, anzi gli errori sono quasi inevitabili". I Governi dovranno sì pensare a "ridurre la liquidità in eccesso e contrastare l'eccessivo allargarsi dei deficit di bilancio", ma è ancora presto per togliere gli stimoli e per varare un aumento delle tasse: per il professore americano "bisognerà aspettare verso la fine del 2010 o i primi mesi del 2011".

Riguardo alla maggior propensione al risparmio degli americani, Roubini si é detto ottimista. "E' positivo che dopo che si era arrivati a un tasso di risparmio pari allo zero negli anni scorsi, ora si sia saliti a circa il 4%, ma la media storica per gli Usa é di circa il 10%. Quindi è augurabile che questa inversione di tendenza continui anche se in maniera graduale e progressiva altrimenti l'impatto sui consumi rischia di essere molto grave. Sarebbe ideale se i minori consumi degli americani fossero compensati dalla maggiore attitudine alla spesa dei consumatori in altri paesi, specialmente Cina, il Giappone e la Germania, ma io temo che questo non sarà facile".

4 settembre 2009

 

 

 

 

 

Fmi, la ripresa sarà lenta

Preoccupa la disoccupazione

commenti - |Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci

4 settembre 2009

 

L'economia mondiale sta apparentemente uscendo dalla crisi, ma il direttore del Fondo monetario internazionale avverte che sarà "una ripresa lenta" e "una ripresa e senza lavoro" quella a cui si assisterà nei prossimi mesi. "Sono preoccupato dai costi economici e sociali dell'elevata disoccupazione", ha affermato Dominique Strauss-Kahn, durante un discorso pronunciato alla Bundesbank, la banca centrale tedesca. L'elevata disopccupazione "persisterà anche se si stabilizzeranno i mercati finanziari e il Pil".

Per questo, il direttore dell'istituzione di Washington ha ribadito che è ancora troppo presto per rimuovere le numerose e ingenti misure approntate per contrastare la crisi e sostenere la finanza. Tuttavia è necessario già ora prepararsi a queste manovre, elaborando delle chiare "exit strategies".

4 settembre 2009

 

 

 

 

 

 

Le autorità Usa chiudono

altre cinque banche

commenti - |Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci

5 SETTEMBRE 2009

Le autorità degli Stati Uniti hanno chiuso altre cinque banche portando il totale degli istituti falliti dall'inizio dell'anno a 89. Le ultime cinque vittime della crisi sono: Vantus Bank di Sioux City in Iowa, InBank di Oak Forest in Illinois, Platinum Community Bank di Rolling Meadows in Illinois, First Bank di Kansas City in Missouri e First State Bank di Flagstaff in Arizona. Secondo quanto reso noto dalla Fdic, la maggiore di queste banche è Vantus Bank con asset per 458 milioni e depositi per 368.

Complessivamente, i nuovi cinque fallimenti costeranno al fondo di assicurazione della Fdic circa 401,3 milioni di dollari. Nel 2008, l'anno della débâcle di Bear Stearns e Lehman Brothers, le autorità federali hanno assunto il controllo e forzato alla liquidazione 25 banche e, nel 2007, il totale era stato di 3. Alla fine del secondo trimestre erano ben 416 le banche che comparivano nella lista nera della Fdic che indica gli istituti a maggior rischio di fallimento nell'arco dei prossimi mesi.

5 SETTEMBRE 2009

 

 

 

 

 

I ministri G20: crisi verso fine

Fmi: presto per exit strategy

commenti - |Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci

4 settembre 2009

La Cina compra i Bond dell'Fmi e li paga con lo yuan

"Dai nostri archivi"

Fmi: la ripresa è iniziata ma è presto per exit strategy

Priorità alle regole anti-crisi

Draghi: "Non è il momento per una exit-strategy dalle politiche di incentivi"

G-7: la recessione rallenta il passo

"Prioritaria la tenuta del risparmio"

Riunione a Londra dei responsabili dei dicasteri finanziari e dei banchieri centrali: finita la caduta dell'economica. Il direttore generale dell'Fmi, Strauss-Kahn: "Vista la fragilità delle prospettive di ripresa" le politiche di sostegno devono cessarre in anticipo.

I ministri finanziari e i banchieri centrali del G20, riuniti oggi e domani a Londra, confermano che la caduta dell'attività economica é finita e che ora si ragiona sulle 'exit strategy', sui piani per ridurre gradualmente gli stimoli fiscali. Ma l'operazione non scatterà adesso, occorre aspettare che la ripresa prenda solidamente piede in modo omogeneo. La priorità resta dunque il sostegno all'economia, non ci saranno strette di liquidità. Una posizione che trova concorde anche il Fondo monetario internazionale.

Sul tavolo dei ministri ci sarà anche la questione del tetto ai bonus dei banchieri, sulla quale sembra essersi raggiunto un accordo con la Gran Bretagna che, dopo qualche dubbio, ha sposato la linea durà di Francia e Germania. Tornando alla crisi, oggi il direttore generale dell'Fmi, Dominique Strauss-Kahn, ha sottolineato che "vista la fragilità delle prospettive di ripresa, sussiste il concreto pericolo" che i paesi portino a termine prematuramente le politiche fiscali e monetarie straordinarie adottate per contrastare la recessione, sebbene "sia il momento giusto perchè i politici elaborino le loro strategie di uscita".

Strategie di uscita, ha proseguito Strauss-Kahn, che devono essere coordinate a livello internazionale ancor più delle misure anticrisi. "Una maggiore chiarezza nella comunicazione delle intenzioni politiche al pubblico è essenziale per far crescere la fiducia", ha aggiunto. Il direttore generale dell'Fmi ha poi lanciato l'allarme disoccupazione che potrebbe crescere ulteriormente. A conferma delle sue parole, il dato sul tasso di disoccupazione degli Stati Uniti, salito ad agosto al 9,7% dal 9,4% di luglio.

All'appuntamento di oggi e domani partecipano per l'Italia il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti e il governatore di Bankitalia, Mario Draghi, in qualità di presidente del Financial Stability Board. Draghi nel pomeriggio ha incontrato il segretario al Tesoro Usa, Tim Geithner proprio per parlare delle nuove regole della finanza globale.

4 settembre 2009

 

 

 

 

 

Usa, disoccupazione ai massimi

Ma in agosto persi meno posti di lavoro

di Vittorio Carlini

commenti - |Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci

4 settembre 2009

Il documento del Dipartimento Usa del lavoro

America: "Busta paga dimezzata? Sì grazie"

SONDAGGIO / Accettereste un taglio allo stipendio del 40% pur di avere un lavoro?

Il tanto atteso dato è arrivato. Questa settimana, al di là delle stime dell'Ocse o della riuonione della Bce, l'attenzione degli operatori era tutta rivolta al Dipartimento Usa del Lavoro. Quest'ultimo, infatti, pubblicava oggi i numeri sulla disoccupazione negli Stati Uniti per il mese di agosto. Ecco i numeri, nudi e crudi. Nello scorso mese sono stati persi 216mila posti di lavoro, dopo i 276mila di luglio. Il dato è lievemente migliore delle attese degli analisti, che prevedevano la perdita di 225mila posti. Ma nonostante il rallentamento nella velocità con cui vengono bruciati i posti di lavoro, il tasso di disoccupazione è salito ai massimi dal 1983: il 9,7 per cento. Dall'inizio della crisi sono andati perduti circa 7,4 milioni di posti di lavoro.

La disoccupazione di agosto si raffronta al 9,4% di luglio, dato confermato dal dipartimento del Lavoro di Washington. Inferiore al previsto il calo degli occupati nel settore non agricolo, pari a 216.000 unità contro le 230.000 stimate dagli economisti e dopo un calo di 276.000 a luglio, quest'ultimo rivisto invece in peggio dalle precedenti 247.000 unità.

In diminuzione anche gli occupati del settore manifatturiero, scesi lo scorso mese di 63.000 unità contro le 60.000 previste, mentre sul fronte delle retribuzioni i salari medi orari sono aumentati di sei centesimi (+0,3%) a 18,65 dollari: le previsioni erano per un aumento dello 0,1% per cento.

Fin qui i numeri, ma quali le reazioni degli esperti e dei mercati? Le Borse europee, dopo la pubblicazione del dato, hanno subito accelerato verso l'alto. Il segnale inequivocabile che i listini hanno voluto vedere il bicchiere mezzo pieno: il rallentamento nel calo della perdita dei posti di lavoro in agosto è considerato un indizio che la situazione si porta verso lidi meno "perigliosi". Tuttavia, rimane quella percentuale del tasso di disoccupazione che non può non creare preoccupazione. Gli Stati Uniti, infatti, sono un'economia che si basa sui consumi. Ebbene, se troppa gente finisce in mezzo a una strada è chiaro che, oltre alla tragedia personale, esiste il serio problema di una domanda aggregata che farà fatica a sostenere il motore della ripresa. Proprio di questo, in settimana, il presidente Barack Obama si era preoccupato quando ha voluto sottolineare come "la sua amministrazione non diminuirà gli sforzi fino a quando gli americani in cerca di lavoro non lo avranno trovato". E che la situazione, su questo fronte, possa ancora peggiorare era stata la stessa presidente del consiglio economico voluto da Obama, Christina Romer, a prevederlo:"Non è da escludere - ha detto - un tasso di disoccupazione al 10 per cento".

Considerazione che gli investitori sull'altra sponda dell'Oceano Atlantico devono avere maggiormente "introiettato". I listini americani, al contrario di quelli Europei, non hanno fatto festa immediata per il dato sull'occupazione e sono rimasti per molto deboli, vicino alla parità. Segno che, all'inizio, la preoccupazione per "la fragilità della ripresa economica" (come ha detto oggi Strauss-Kahn, direttore generale del Fondo monetario internazionale) unita a un mercato del lavoro così negativo, sembravano non eliminare le nuvole all'orizzonte sul fronte dell'uscita dalla peggiore crisi economica del nuovo millennio, e non solo. Tuttavia, nel proseguo della seduta, Wall Street ha cambiato umore. Gli investitori, accorgendosi che la produttività lavorativa è aumentata, hanno scommesso su una crecsita dei margini aziendali e hanno iniziato a comprare. Ci saranno più disoccupati ma il business potrebbe andare bene lo stesso. Ciò che è positivo per Wall Street non è detto lo sia per Main Street.

4 settembre 2009

 

 

 

 

 

"Busta paga dimezzata? Sì grazie"

commenti - |Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci

4 settembre 2009

"Dai nostri archivi"

Usa: rallenta il calo dei posti di lavoro, ma meno del previsto

Ragazze e signore scrollatevi di dosso la mistica della disoccupazione femminile

Eurostat: nell'area euro la disoccupazione sale all'8,5%

Stati Uniti, a gennaio persi600mila posti di lavoro

Minimi record per il tasso di disoccupazione in Spagna

di Vittorio Carlini

Il tasso di disoccupazione negli Usa sale al 9,7%. Un valore record, non era stato più raggiunto dal lontano 1983. Un dato, dietro al quale, ci sono storie di difficoltà, di povertà, di disperazione. Come riporta il sito Cnn Money.com. In una recente ricerca, scrive il foglio elettronico, il 65% delle persone in cerca di lavoro è disposta a tutto, o quasi. In particolare è pronta ad accettare un salario fino al 30% più basso di quello che percepiva nell'ultimo posto di lavoro. E il 3%, addirittura, sarebbe pronto a portare a casa un salario dimezzato rispetto all'ultima busta paga.

È il caso, per esempio, di Rebecca Eason, 29 anni, che poteva vantare un bel posto di manager in un'acciaieria nello stato del Tennessee: un lavoro con cui portava a casa uno stipendio di circa 33mila dollari. Dopo essere stata licenziata per la crisi ha accettato, seppur in linea temporanea, un posto che gli offre 9,25 dollari all'ora. In termini annuali vuole dire una riduzione della paga del 40 per cento. Rebecca, secondo quanto riporta CnnMoney.com, ringrazia di avere trovato comunque un lavoro: "Ogni penny che porto in casa - dice - mi permette di fare fronte al mutuo, all'assicurazione sulla vita, alla bolletta e alle spese di tutti i giorni".

Una situazione, quella di Rebecca, sempre più comune negli Usa. "Vedo situazioni simili ogni giorno - dice Jay Meschke, presidente di una società interinale - La gente accetta offerte con un salario inferiore anche del 50% rispetto a quello che aveva in precedenza". Questa scelta, però, seppure comprensibile può avere (oltre alle maggiori difficoltà con cui si deve affrontare la vita) un ulteriore effetto negativo per il futuro. "Chi accetta un taglio così drastico del proprio salario - dice Patrina Campbel, di Next Steps Carrer Solution - potrebbe avere grosse difficoltà a recuperare i soldi perduti quando ci sarà la ripresa". È una prassi, infatti, che i tuoi salari futuri siano basati sull'ultima busta paga percepita. Il fatto che uno avesse una qualifica più alta e una retribuzione migliore non conta più. Anche se, ovviamente, quando si è disoccupati non si può andare troppo per il sottile. Se il lavoro non c'è, purtroppo, si è costretti ad accettare quello che passa il mercato. Che, in questo periodo, non è gratificante.

4 settembre 2009

 

 

 

 

 

 

AVVENIRE

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.avvenire.it

2009-03-13

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LA STAMPA

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.lastampa.it/redazione/default.asp

2009-03-13

 

 

 

 

 

LA GAZZETTA del MEZZOGIORNO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_homepage_03.php?IDCategoria=1

2009-03-13

 

 

 

 

IL GIORNALE

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.ilgiornale.it/

2009-03-13

 

 

 

 

L'OSSERVATORE ROMANO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html

2009-03-13

 

 

 

IL MATTINO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.ilmattino.it/

2009-03-13

 

 

 

 

La GAZZETTA dello SPORT

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.gazzetta.it/

2009-03-13

 

 

 

 

 

CORRIERE dello SPORT

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.corrieredellosport.it/

2009-03-13

 

 

 

 

 

 

L'ESPRESSO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://espresso.repubblica.it/

2009-03-13

 

 

 

 

PANORAMA

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.panorama.it/

2009-03-13

 

 

 

 

FAMIGLIA CRISTIANA

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.italysoft.com/news/famiglia-cristiana.html

http://www.sanpaolo.org/fc/default.htm

2009-03-13

 

 

SORRISI e CANZONI

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.sorrisi.com/sorrisi/home/index.jsp

2009-03-13

 

 

 

 

 

PUNTO INFORMATICO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.italysoft.com/news/il-punto-informatico.html

2009-03-13

 

 

 

 

 

EUROPA QUOTIDIANO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.europaquotidiano.it/site/engine.asp

2009-03-13

 

 

 

 

 

 

 

WALL STREET ITALIA

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.wallstreetitalia.com/

2009-03-13

 

 

 

 

 

 

 

IL SECOLO XIX

http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/

LIBERO

http://www.libero-news.it/

IL MONDO

http://www.ilmondo.rcs.it/

MILANO FINANZA

http://www.milanofinanza.it/

MOMENTO SERA

http://www.momentosera.it/home.php

ITALIA OGGI

http://www.italiaoggi.it/

LA NAZIONE

http://www.momentosera.it/home.php

IL FOGLIO

http://www.ilfoglio.it/

 

IL MANIFESTO

http://www.ilmanifesto.it/

 

 

 

 

 

 

WIKIPEDIA

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.wikipedia.it

 

GENTE VIAGGI

http://www.genteviaggi.it/

AUTO OGGI

http://www.inauto.com/speciali/autooggi/index.html

QUATTRO RUOTE

http://www.quattroruote.it/

INTERNAZIONALE

http://www.internazionale.it/home/

 

 

ARCHEOLOGIA VIVA

http://www.archeologiaviva.it/

AUDIO REVIEW

http://www.audioreview.it/

IL FISCO

http://www.ilfisco.it/

STAR BENE

http://www.starbene.it/

ABITARE

http://abitare.it/

BRAVA CASA

http://atcasa.corriere.it/

DONNA MODERNA

http://www.donnamoderna.com/home/index.jsp

SECONDA MANO

http://www.secondamano.it/

PC WORLD

http://www.pcworld.it/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FINANCIAL TIMES

http://www.ft.com/home/europe/

EL PAIS

http://www.elpais.com/global/

 

LE MONDE

http://www.lemonde.fr/

THE NEW YORK TIMES

http://www.nytimes.com/

THE WALL STREET JOURNAL

http://europe.wsj.com/home-page

MAIL & GUARDIAN

http://www.mg.co.za/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vai alla HOME PAGE

Edito in Proprio e Responsabile STUDIO TECNICO DALESSANDRO GIACOMO

Responsabile Per. Ind. Giacomo Dalessandro

Riferimaneti Leggi e Normative : Michele Dalessandro - Organizzazione, impaginazione grafica: Francesca Dalessandro